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14 | CAPO I. |
fondamento dell’antica loro civiltà. Oggimai l’istoria naturale dell’uomo, gli studi più universali delle lingue, e le grandi scoperte de’ moderni viaggiatori, che han già corso e veduto più mondo che non fece in tanti secoli tutta l’antichità, bastano ad accertare, senza distinzione di patria, che la generazione umana, variatissima nelle sue razze, ha dovuto crescere e propagarsi non difficilmente in ogni contrada e in ogni clima. Perchè l’uomo naturalmente appartiene a tutta l’abitabile terra, che Dio gli ha dato qual suo proprio dominio, e per sede perpetua delle sue vicende.
Invano la nostra curiosità da gran tempo si consuma per faticosi e inutili sforzi nell’investigare l’origine delle nazioni. In qualunque maniera gli uomini sien pervenuti a discuoprire e ad occupare le variate regioni del globo, noi li ritroviamo ugualmente stanziati nei più ardenti climi, e nelle terre australi, sotto l’influenza del cielo natio. Ma se di poi consideriamo, che ogni origine è posta al di là delle nostre idee, le quali altro non comprendono fuorchè sviluppo e progresso; e se, limitando le indagini, vorremo pure contenerle con misura ne’ termini delle nostre facoltà, natura stessa ne addita, che i paesi più felici, ove il clima somministra largamente mezzi di nutrimento all’uomo, dovettero essere con maggior facilità popolati. La virtù delle cause fisiche si fa quivi sentire con duplicata forza, imprimendo alla libera propagazione della specie più vigore e fecondità, ed alle potenze vegetabili ed animali più qualità produttive: onde,