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26 serata ii

Germania ed in Iscozia degli osti alla Budden. Questi frattanto ha rovistato l’albergo da cima a fondo, ha fatto ad occhio l’inventario di ciò che vi è o che vi manca, e conchiude colla raccomandazione: «Bisogna far questo, provveder quello».

«Nè questo modo di raccomandare è un’insolenza, come può parere alla prima: un po’ pareri, un po’ danari, dice il proverbio: e se l’oste si mette ai servigi del Club alpino, troverà chi gli fornisce i mezzi necessari per introdurre nel proprio albergo un po’ di quell’insieme di comodità e di agi che rendono modestamente gradita e salubre la vita, e che gl’Inglesi chiamano comfort. Così se voi, quando sarete grandi, darete il vostro nome al Club alpino, dovrete pagare una piccola contribuzione annuale; ma ne avrete largo compenso dal gusto d’incontrare in ogni angolo delle Alpi colleghi ed amici che vi accoglieranno come fratelli, e d’essere invitati alla festosa adunanza che si tiene ogni anno dai socî in questo o in quel paese dell’Alpi.

4. » Ora che conoscete l’apostolo, ditemi che giudizio fate del suo vangelo? O volete piuttosto che vi dica il mio? Ecco; secondo me, la prosperità d’Italia, presa in tutti i sensi veri possibili, dipende dal prosperare d’ogni buona istituzione». — Bella pensata! proprio nuova! — «Bene; che il Club alpino sia una buona istituzione, credo che nessuno....».

«Alto là!» interruppe di nuovo la mamma che mi aveva interrotto testè: «È una buona istituzione quella che ha per scopo di spingere i galantuomini ad arrischiarsi a rompicollo colà, dove se sdrucciola un piede.... per amor di Dio!... Come non si sapesse di tanti che in questi ultimi anni andarono a sfracellarsi a’ piè dei dirupi, o a sprofondarsi nei cupi crepacci dei ghiacciai? È lecito arrischiare la vita per poter dire: — Io fui lassù, dove nessuno aveva potuto andare finora? —».

«Non mi farete il torto di credere ch’io possa dire di sì. Per arrischiare la vita, ci vuole uno scopo che valga il prezzo della vita; il prezzo del primo bene, della condizione d’ogni bene quaggiù.... ed anche lassù. Noi ammiriamo e santifichiamo chi sacrifica la vita per i fratelli, per la patria, per Dio; ma chi l’arrischia per una cosa qualunque che valga meno della vita, è temerario, fors’anche suicida».

«Ma», continuò, senza lasciarmi tregua, la mia formidabile avversaria; «codesti signori del Club alpino, che mettono a repentaglio la vita per la soddisfazione di superare una cima inaccessibile, non sono adunque temerari?».