Pagina:Stoppani - Il bel paese - 1876.pdf/189


l’alba e la gorgona 183

sinistro del bastimento, il quale allora guardava tra settentrione e levante; sicchè attraverso il pertugio, che mi stava rimpetto, l’occhio cadeva tra mezzodì e ponente. Al raggio crescente del mattino, vedevo li presso un enorme scoglio comparire e sparire alternamente, con un moto di su e giù, quasi montagna danzante sul liquido piano, Guardavo, guardavo, e quello scoglio, di bigio si faceva porporino, quindi d’un color croceo dorato, accusando un bellissimo sole nascente. Côlto il momento che un marinajo, franco e robusto, mi passava vicino, gli domandai: Che terra è quella? — La Gorgona, —— risponde. Tosto mi sovvenni di quei versi di Dante

Movansi la Capraja e la Gorgona,
E faccian siepe ad Arno in su la foce,
Si ch’egli annieghi in te ogni persona.

» Codesti versi trovansi nel canto ove si descrive la morte del Conte Ugolino», interruppe Giannina. «Me ne ricordo benissimo; ma non ho mai inteso che volessero significare».

«Hai però inteso come Dante abbia voluto, con quella poeti tica imprecazione, segnare con marchio di eterna infamia l’inumanità dei Pisani, i quali, condannando il Conte Ugolino, come traditore, a morir di fame, gli associarono nell’orrendo supplicio gl’innocenti suoi figli. L’indignata fantasia del poeta, maledicendo a tanta barbarie, vorrebbe che le due isolette, la Capraja e la Gorgona, sorgenti dal Mar Tirreno, in faccia alle foci dell’Arno, venissero a porsi, come diga, allo sbocco del fiume, sicchè, sotto l’Arno rigurgitante, Pisa rimanesse affogata. Il nostro bastimento si trovava adunque assai presso la Gorgona, la quale, per l’ondeggiar del vascello, pareva che si movesse, quasi accingendosi à mettere in effetto la terribile imprecazione. Se voi anderete da Genova a Livorno, sarà difficile che passiate così vicino alla Gorgona, la quale dista almeno trenta miglia dalle foci dell’Arno, ossia dal Porto di Livorno. Ma la tempesta aveva costretto il Capitano a tenersi al largo.

8. » Il vento spirava ancora gagliardo, e ancora ferveva la danza delle onde. Ma la luce del giorno, e l’ira della tempesta, alquanto rimessa, m’incoraggiarono ad uno sforzo, il massimo di cui mi sentissi capace in quel momento. Mi levai a sedere sul letticciolo, e mi affacciai al finestrino della cabina.... Quale