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176 serata x


«E no ’l potevate?» domandò Giovannino.

«Eh! è veramente singolare la potenza di un biglietto pagato! Io ho sempre trovato che opera come forza irresistibile. Disagi, pericoli.... tutto si sfida per un biglietto pagato. E il biglietto era pagato! irremissibilmente pagato! pagato caro per noi, che i danari abbiam sempre dovuto contarli! L’ora si approssima, e bisogna risolversi. I facchini sono pronti a trasportare il bagaglio; pronti i barcajoli a riceverlo; pronto il guscio, (così si chiamano a Genova le barchette che fanno il servizio del porto) a trasportare noi e il bagaglio al bastimento. Bisogna risolversi e proprio in sul buono; quando, non un temporale, ma una legione di temporali, tutti quelli ch’erano rimasti addietro in sulla via durante la lunga siccità, si eran data la posta sull’Alpi, per rovesciarsi, in fila serrata, sul bel paese.

» Fra i tuoni e i lampi, e sotto un’acqua che veniva giù a ciel rotto, si percorre sul fragile schifo il breve tratto che ci separa dal Conte Baciocchi. Siamo sul ponte, dove il nostro piccolo stuolo s’ingrossa di amici e di conoscenti, compagni di viaggio e di sventura. Ci trovai fra gli altri un brav’uomo che voi già conoscete, quel valente botanico don Martino. Anzi, cui già vedemmo valicare il Zebrù, e che ora recava all’Esposizione di Firenze il suo magnifico erbario. V’era anche un mio giovane amico, un pretino vispo e rigoglioso, a cui non pareva vero di poter allargare un po’ l’ale, dopo averle tenute per tanto tempo raccolte entro le anguste mura del seminario. Egli era il più allegro della brigata.... o piuttosto l’unico allegro in mezzo agli altri, che se ne stavano, qual più qual meno, mogi e pensierosi.

— Eh! gli è un temporale che passa subito: — diceva, con una buona fregatina di mani, l’allegro pretino. -Son quattro nuvoloni che passano, e si lasceranno dietro un cielo stellato. Che bella notte passeremo a bordo!... To’, se avessimo portato un bel mazzo di tarocchi.... Ma forse lo troveremo. Un tarocchino in grembo al mare!... Che bella poesia!... —.

» Bisogna sapere che il porto di Genova è assai ben difeso dai venti, che vengono da mare, per lo che, a dispetto del temporale, se ne stava perfettamente tranquillo. Il mio giovane amico, credeva certamente che la cosa andasse così anche fuori del porto. Ma dal silenzio della brigata si capiva che nessuno era del suo parere. Nessuno poi voleva arrisicarsi con intempestive spavalderie per salvarsi, in ogni caso, almeno il diritto di aver paura».