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170 serata ix. al sole


     E già forse su me pende quel giorno,
Che a spegnersi verrà la tua favilla
Sulla cieca pupilla....
Tramonterai non visto.... e al tuo ritorno,
Coll’alito impossente, nella fossa
Ricercherai quest’ossa.

     Vita dell’universo?... Ah, tu no ’l sei.
No, di quest’alma che lo sguardo ardito
Lancia nell’infinito!...
Tu, che natura del tuo raggio bei,
Benchè le vette dalle nevi ascose
Inghirlandi di rose,

     Pallida imago sei di un SOL che splende
Sempre al meriggio, e non tramonta mai;
Che, vibrando i suoi rai,
In te la vampa, in me lo spiro accende;
Lo spiro, in cui più vera, in cui più bella
L’imagin sua favella.

     Tu splendi, o sol; ma attonita la terra
Vedrà i tuoi raggi un dì d’un tratto spenti....
Dei ribelli elementi
Il mondo pere fra l’orrenda guerra....
Sull’abisso di morte batte l’ale
Il mio spirto immortale.