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— Susanna, sì. Molto, molto ammalata. E stasera aspettavo il dottor Dmitri che deve venire da San Remo a visitarla.
— Oh, povera signorina Susanna! — esclamò Noris simulando la sorpresa, — come me ne spiace! È molto tempo che è ammalata?
— Un anno!
— Meno, mamma. — intervenne Nadina.
La madre scosse il capo.
— Niente. I medici sostengono che il male non è così antico, ma i miei occhi materni non si sono ingannati. È un anno che Susanna ha cominciato a deperire. Guardate, signor Noris; voi ricordate le feste che abbiamo fatto per il fidanzamento di Susanna? Ebbene, fu subito dopo che la mia figlia ha cominciato ad ammalare.
— Mamma, — entrò ancora a dire Nadina, — sarebbe bene uscire. Il signor Noris, forse, ha degli impegni.
Noris s’affrettò a protestare. Non aveva impegni urgenti e desiderava far visita alla signorina Susanna se la signora Pearly non trovava indiscreto il suo desiderio.
La signora Pearly, lungi dal trovare indiscreta la domanda del giovane, scoppiò un’altra volta a piangere ma di tenerezza e di commozione stavolta.
— Voi siete molto buono, caro signor Noris, e io vi sono molto grata. Susanna sarà certo felice di rivedervi e noi prenderemo tutti un po’ di coraggio dalla vostra presenza.
Fuori della stazione attendeva l’automobile.
— Stiamo un poco in alto, verso la collina, — spiegò Nadina accettando la mano che il giovane le porgeva per salire nella vettura.
La madre confermò mentre l’automobile si moveva:
— Sì; furono i medici a consigliare quella posizione. Si sperava che l’aria del mare e il clima mite potessero vincere il male. Ma purtroppo!
— Non dica così, signora. La signorina Susanna è giovane e forte: perchè non dorrebbe poter vincere il male?