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i - rime d'amore | 59 |
CIII
Benedetti gli affanni d’Amore, or ch’egli è tornato!
Io benedico, Amor, tutti gli affanni,
tutte l’ingiurie e tutte le fatiche,
tutte le noie novelle ed antiche,
che m’hai fatto provar tante e tanti anni;
benedico le frodi e i tanti inganni,
con che convien che i tuoi seguaci intriche:
poi che tornando le due stelle amiche
m’hanno in un tratto ristorati i danni.
Tutto il passato mal porre in oblio
m’ha fatto la lor viva e nova luce,
ove sol trova pace il mio disio.
Questa per dritta strada mi conduce
su a contemplar le belle cose e Dio,
ferma guida, alta scorta e fida luce.
CIV
Notte d’amore.
O notte, a me piú chiara e piú beata
che i piú beati giorni ed i piú chiari,
notte degna da’ primi e da’ piú rari
ingegni esser, non pur da me, lodata;
tu de le gioie mie sola sei stata
fida ministra; tu tutti gli amari
de la mia vita hai fatto dolci e cari,
resomi in braccio lui che m’ha legata.
Sol mi mancò che non divenni allora
la fortunata Alcmena, a cui sté tanto
piú de l’usato a ritornar l’aurora.
Pur cosí bene io non potrò mai tanto
dir di te, notte candida, ch’ancora
da la materia non sia vinto il canto.