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252 veronica franco

     28Ma, se contrario a quel che ’n del s’avezza,
ella sen va da le tue forze sciolta,
per privilegio de la sua bellezza,
     31a la tua stessa madre or ti rivolta,
ch’unico essempio di beltá fu tanto,
pur piagata da te piú d’una volta:
     34e, s’a lei toglie la mia donna il vanto
d’ornamento e di grazie, a lei che giova
l’esserti madre poi da l’altro canto?
     37Se vinta da costei Venere è in prova,
e se Minerva in scienzia e in virtute
a costei molto inferior si trova,
     40tanto piú scegli le saette acute:
che piú gloria ti fia di questa sola,
che di tutt’altre in tuo poter venute.
     43Per l’universo l’ali stendi, e vola
di cerchio in cerchio, Amor, e si vedrai
che questa il pregio a tutte l’altre invola;
     46me, s’al tuo imperio aggiunger la saprai,
quanto ’l tuo onor sovra i dèi tutti gio,
tanto maggior di te stesso verrai:
     49benché lo sventurato in ciò son io,
che, benché stata sia costei sicura
da l’armi ognor del faretrato dio,
     52non è stata però sempre si dura,
che non abbia ad Amor dato ricetto
per pietá nel suo sen, non per paura.
     55Com’ad ubidiente umil soggetto,
ad Amor ansioso e di lei vago
l’adito aperse del suo gentil petto;
     58quinci ’l suo desir proprio a render pago,
al suo arbitrio d’Amor Tarmi rivolse,
qual le piacque a fermar solingo e vago:
     61sí che, dovunque saettando colse
col doppio sol di quei celesti lumi,
a sé gran copia d’amadori accolse,