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i - rime d'amore 119


CCXXI

«Ma che poss’io, se m’è l’arder fatale?».

     A mezzo il mare, ch’io varcai tre anni
fra dubbi venti, ed era quasi in porto,
m’ha ricondotta Amor, che a sí gran torto
è ne’ travagli miei pronto e ne’ danni;
     e per doppiare a’ miei disiri i vanni
un sí chiaro oriente agli occhi ha pòrto,
che, rimirando lui, prendo conforto,
e par che manco il travagliar m’affanni.
     Un foco eguale al primo foco io sento,
e, se in sí poco spazio questo è tale,
che de l’altro non sia maggior, pavento.
     Ma che poss’io, se m’è l’arder fatale,
se volontariamente andar consento
d’un foco in altro, e d’un in altro male?