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Prop. 33. Non vi è nelle idee nulla di positivo per cui sian dette false.

Prop. 34. Ogni idea che è in noi assoluta, cioè adequata e perfetta, è vera.

Prop. 35. La falsità consiste nella privazione della cono­scenza che implicano le idee inadequate, cioè mutile e confuse.

Alla teoria dell’errore si è già accennato nel libro 1° (V, 3). Tutto in Dio è vero: tutte le idee sono vere in quanto si riferiscono a Dio nella sua realtà assoluta (e non solo a Dio come esistente limitatamente nella mente umana) perchè allora costituiscono un ordine in sè perfetto, parallelo e rispondente all’ordine delle cose reali. Onde se, anche nella nostra condizione presente, vi può essere in noi qualche idea o concatenazione di idee, che è così come è in Dio, essa è vera. L’errore non è nulla di positivo: non è che una privazione ed una limitazione dovuta all’impotenza del senso, che ap­prende una realtà monca e fa di essa la totalità. Spi­noza ce ne dà due esempi, tra i quali quello dell’illu­sione della libertà.

Gli uomini errano in quanto si credono liberi: e quest’opi­nione consiste in ciò solo che sono conscii delle loro azioni ed ignari delle cause che li determinano. Questa è adunque la loro idea della libertà, che non conoscono alcuna causa delle proprie azioni. Perchè quello che essi dicono e cioè che le azioni umane dipendono dalla volontà, sono parole a cui non annettono alcun senso. Poiché tutti ignorano che cosa sia la volontà ed in che modo muova il corpo: quelli che hanno più alte pretese e fan­tasticano d’una sede o d’una dimora dell’anima, non destano che riso e sprezzo. — Così quando noi guardiamo il sole, imma­giniamo che sia distante da noi circa duecento piedi: e l’errore non consiste qui in questa sola immaginazione sensibile, ma in ciò, che mentre ci formiamo quest’immagine, ignoriamo la vera sua distanza e la causa di questa illusione del senso. Perchè sebbene in appresso conosciamo che dista da noi più di seicento diametri terrestri, non lascieremo per questo di rappresentarcelo coi sensi come vicino a noi; ed invero noi non