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trario. E siccome coloro che non comprendono la natura delle cose non possono di esse nulla affermare, ma le immaginano soltanto e scambiano l’immaginazione per l’intelletto, così essi, ignari delle cose e di se stessi, credono fermamente che vi sia nelle cose un ordine. Quando infatti esse sono così disposte che, quando ce le rappresentiamo coi sensi, possiamo facilmente immaginarle e quindi ricordarle, le diciamo bene ordinate; e se è il contrario, le diciamo male ordinate o confuse. E poiché a noi sono fra tutte gradite le cose che possiamo facilmente immaginare, perciò gli uomini preferiscono l’ordine alla confusione, come se l’ordine fosse qualche cosa nella natura fuori del rap­porto con la nostra immaginazione. E dicono ancora che Dio creò tutte le cose con ordine e così senza saperlo, riferiscono l’immaginazione a Dio... Quanto alle altre nozioni, non sono altro che dei modi d’immaginare secondo i quali l’immagina­zione è diversamente affetta e tuttavia dagli ignoranti sono con­siderate come i principali attributi delle cose; perchè, come dicemmo, credono tutte le cose fatte per loro e chiamano la natura d’una cosa buona o cattiva, sana o guasta e corrotta secondo che essi ne sono affetti. Per es., se il movimento che i nervi ricevono dagli oggetti sentiti per mezzo degli occhi, è favorevole al corpo, gli oggetti che lo producono sono detti belli; quelli che producono un moto contrario, deformi. Quelli che muovono il senso per le narici sono detti odorosi o fetidi, quelli che lo muovono per la lingua son detti dolci o amari, sapidi o insi­pidi, ecc.; quelli che lo muovono per il tatto sono detti duri o molli, aspri o morbidi, ecc. E quelli che commovono gli orecchi si dice che producono un suono od uno strepito od un’armonia: nel che gli uomini son giunti a tale demenza da credere che anche Dio si diletti dell’armonia. Nè mancano filosofi che cre­dettero i moti celesti generare un’armonia. Le quali cose mo­strano abbastanza come ciascuno giudicasse delle cose secondo le disposizioni del suo cervello o piuttosto prendesse le affezioni dell’immaginazione per realtà. Onde non è meraviglia che siano sorte fra gli uomini tante controversie e che queste abbiano poi condotto allo scetticismo. (Et., ib.).

In questa teoria di Spinoza dobbiamo distinguere più aspetti. In quanto è condanna dell’antropomorfismo