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vediamo e dubitare dell’esistenza dell’infinito spazio, dal quale soltanto tuttavia è determinato in tutti i suoi rapporti il piccolo spazio finito che vediamo.

La dimostrazione non ha quindi per scopo di con­durre a credere nell’esistenza di Dio, ma di giustificare logicamente la visione filosofica dell’unità delle cose in Dio. Il volgare non vede in Dio che le cose particolari: lo spirito filosofico nelle cose particolari non vede che Dio. L’argomento ontologico non ha per fine di costrin­gere il volgare a credere in Dio (ben altro ci vuole per elevare lo spirito a Dio!), ma di mostrare che colui, il quale vede Dio nelle cose particolari, si contraddirebbe logicamente se, attribuendo a queste una reale esi­stenza, ammettesse ancora il minimo dubbio circa la reale esistenza di Dio. Poiché ogni cosa finita ha una esistenza limitata, in quanto è determinata e negata da altre cose finite e poiché tutte le cose hanno il loro fondamento in una realtà unica (in caso contrario esse non potrebbero nemmeno entrare in rapporto le une con le altre), questa sola, che contiene tutte le de­terminazioni, non è soggetta ad alcuna limitazione o negazione: e perciò essa sola esiste veramente ed eternamente senza limiti per virtù di quella forza mede­sima, per la quale soltanto le cose particolari esistono: anche se ai nostri occhi questa sua esistenza si rivela sempre solo nell’esistenza delle sue determinazioni fi­nite. «La perfezione non toglie l’esistenza, anzi la pone; l’imperfezione invece è ciò che la toglie: quindi di nessuna cosa possiamo essere più certi che dell’esi­stenza dell’Essere assolutamente infinito e perfetto, cioè di Dio». (Etica, I, 11, scol.).

Per ogni cosa deve esservi una ragione o causa, per cui essa esiste o per cui non esiste. Per es., se un triangolo esiste, deve esservi una ragione o causa per cui esiste; e se non esiste, deve pure darsi una ragione o causa, la quale impedisce che esso esista, cioè toglie la sua esistenza. Questa ragione o causa deve essere contenuta o nella natura della cosa o fuori di essa. La ragione, per es., per cui un circolo quadrato non esiste, è2 - B. SPINOZA, L'Etica.