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zioni e gli assiomi geometrici, che sono anch’essi posizioni reali, sono intuitivamente evidenti, perchè riassumono le leggi fondamentali della nostra intuizione sensibile, che sono in noi natura, dato: le definizioni e gli assiomi filosofici di Spinoza sono il risultato riflesso di una raffinata elaborazione speculativa e non possono pretendere di essere accettati senz’altro dal lettore, se non in quanto questi si sia elevato al punto di vista filosofico che è proprio di Spinoza. La loro dimostrazione è data dal sistema stesso; in quanto essi riassumono in sè i punti essenziali della visione filosofica di Spinoza, posti i quali, se ne svolgono poi chiaramente tutte le conseguenze e teorie particolari, che hanno per risultato di esplicarci la realtà sotto tutti i suoi aspetti.

Questa forma matematica ha senza dubbio i suoi vantaggi sotto l’aspetto logico: ma è inseparabile da una certa aridità schematica ed impone un ordine che non è l’ordine naturale del pensiero nella sua costruzione e comprensione di un sistema filosofico. Perciò essa riesce, specialmente alle prime letture, imbarazzante, faticosa, oscura: prolissa nel suo apparato dimostrativo, che spesso è inutile, è eccessivamente concisa nell’esposizione di punti essenziali, sui quali lascia sussistere tenebre spesso impenetrabili. Un opportuno correttivo a questi difetti ci ha già dato Spinoza nei numerosi scolii, dove riespone e commenta più liberamente il suo pensiero. Ma per una prima iniziazione al pensiero di Spinoza è necessaria un’esposizione di tutta l’Etica,