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Chi ben sa che tutto procede dalla necessità della natura divina e tutto avviene secondo le leggi e le regole eterne della natura, non troverà nulla degno di odio, di derisione e di sprezzo: nè si impietosirà di alcuno, ma per quanto può la potenza umana, cercherà di fare il bene con gioia. Si aggiunga che chi è toccato facilmente dalla pietà ed è commosso dalle miserie e dalle lacrime altrui, spesso fa cose delle quali poi si pente: sia perchè, agendo per passione, non discerne con certezza il bene, sia perchè così è facilmente ingannato dalle false lacrime. Ma si badi che io qui parlo dell’uomo che vive secondo ragione. Perchè chi non è mosso nè dalla ragione, nè dalla pietà ad aiutare gli altri, può ben esser detto disumano, perchè non ha più nulla dell’uomo. (Et., IV, 50, scol.).

Così condanna l’umiltà (humilitas), il pentimento (pœnitentia), la vergogna (pudor), l’avvilimento (abiectio) che, in quanto passioni dolorose, non sono secondo ragione. Però anche Spinoza riconosce in queste passioni (come nella pietà) un inizio di bontà; sono passioni che, sebbene per sè non assolutamente buone, però predispongono alla vita secondo ragione.

Poichè gli uomini raramente vivono secondo ragione, perciò queste due passioni, l’umiltà e il pentimento — e oltre a queste la speranza e la paura — sono più di vantaggio che di danno: onde, se mancare bisogna, meglio è mancare in questo senso. Poichè se gli uomini dall’animo schiavo fossero tutti egualmente superbi, senza vergogna e senza paura, come potrebbero essere frenati e stretti con obblighi? Il volgo è terribile, quando non teme: onde non è meraviglia che i profeti, i quali ebbero di mira il bene di tutti e non di pochi singoli, abbiano tanto lodato l’umiltà, il pentimento, il rispetto. E invero quelli che sono capaci di questi sentimenti si possono guidare molto più facilmente che gli altri a vivere secondo ragione, cioè ad essere liberi ed a godere della vita beata. (Et., IV, 54, scoi.).

Ciò che si deve dire circa la vergogna si desume da ciò che sì è detto circa la pietà e il pentimento. Aggiungo solo che anche la vergogna, come la pietà, sebbene non sia una virtù, è tuttavia un bene in quanto rivela nell’uomo, che si vergogna,