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Finito! Finito!

La sua vista si annebbiava; per quanto si sforzasse a guardare, ora non li vedeva più quegli occhi neri e amorosi fissi nei suoi: non sentiva più la corrente magnetica di quello sguardo potente, che le ridava la vita.

Finito! La vertigine aveva vinto.

Il valzer fu interrotto. Le mani appesantite e inerti della pianista caddero sui tasti producendo un suono lugubre. Ella si piegò in avanti, e sarebbe caduta se il giovine pittore, che mai aveva cessato di osservarla, non si fosse trovato presso di lei per sostenerla.

Egli l’alzò di peso e la portò sur un divano, che le donne circondarono.

La festa finiva tragicamente, appena cominciata.

Il terrore imbiancava le faccie arrossite dal ballo.

— Muore!...

— Muore!... Madonna santissima!... Signore Iddio!... Muore!... — gridavano le danzatrici spaventate.

Sì, essa moriva. Il volto livido, le occhiaie profonde e nere, gli occhi sbarrati erano segni evidenti di morte.

Alcuni giovani corsero in cerca di un medico alle farmacie più vicine.

Altri tentarono di farle inghiottire dell’acqua calda nella speranza di provocare il vomito; poiché tutti intuivano la possibilità di un avvelenamento. Era tanto infelice la povera Noemi!...

Soltanto il pittore non faceva nulla. Inginocchiato ai piedi della morente, egli la guardava con gli occhi fissi, sbarrati, come quelli di lei e rimaneva immobile, silenzioso. Pareva fulminato.