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per l’osservatore. Sul corso si potevano incontrare le signore eleganti, a piedi, tutte chiuse nelle loro pelliccie o nei grandi mantelli, ringiovanite dal piacere di comperare, di spendere, di preparare i doni gentili, le sorprese, il piacere degli altri che è il grande piacere femminile.

In via Santa Margherita si potevano vedere i gastronomi più raffinati, ma non egualmente ricchi, fermi davanti alle vetrine del Testa e del Rainoldi, studiando l’esposizione sapiente, fantasticando su i nomi e le forme di certi manicaretti, aspirando gli effluvi eccitanti ogniqualvolta un ghiottone più fortunato, sicuro di potersi pagare tutti i capricci, entrava in una di quelle botteghe, o ne usciva, gli occhi lucidi, il viso contento.

Non è poco interessante, per chi studia le passioni umane, lo spettacolo di un vero ghiottone nel momento in cui si prepara le sue voluttà. Ho visto una volta un famoso musicista dall’ampia circonferenza, scegliere certi salumi, aspirare l’effluvio di certi formaggi e di certe salse esotiche; e mi ritorna ancora nella memoria l’espressione singolare della sua fisonomia, di solito arguta. Bisognava vedere che importanza, che minuziosa attenzione, che serietà!

La mondana più raffinata non mette maggior passione nè studio, nella scelta delle stoffe, dei fiori, dei gioielli incaricati di far risaltare la bellezza del suo corpo.

La folla più densa, mista e screziata, la trovai al Verziere, ai mercati di piazza Santo Stefano, dove, in uno spazio relativamente piccolo, erano esposti i pollami in quantità strabocchevole, le selvaggine, il pesce, le verdure primaticcie, gli agrumi.