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avermi lasciato un po’ di giovinezza libera da consacrare ad un uomo più adattato a me... ad un uomo che potesse darmi ancora un po’ di vita, un po’ di amore.

Io protestai singhiozzando. Sentivo dentro di me uno struggimento, una tenerezza, che forse non ho mai provato per lui, povero Antonio!...

Accarezzandomi con quel fare paterno, che gli è sempre stato famigliare, egli prese a dirmi:

Sei sempre bella, sai. Potresti amare ancora, e, quello che importa, essere amata!...

E siccome io lo scongiuravo di smettere, di non dirle quelle cose, egli concluse sorridendo:

Oh! lo so, lo so, sei troppo virtuosa, troppo saggia... È una disgrazia!

Finalmente si assopì.

Io mi chinai su lui e lo baciai sulla fronte.

Il medico dice che durerà un pezzo. Dio voglia! Io non mi stancherò di assisterlo.

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26 Luglio 1881.

È morto! Finito anche lui.

Siamo stati ai funerali: l’abbiamo visto cremare... Non c’è più. L’essere vivo, che pensava, parlava, soffriva, amava, non è più che una cosa informe: un mucchio di cenere ed ossa. E tiene così poco posto!

Io non mi sono mossa da quella terribile sala. Quattro ore di seguito. E allorchè l’hanno tolto dal forno per deporlo nell'urna, e le ossa biancheggianti si scomposero...