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sato. Il mio cuore si apriva al dolore. Era finita l’infanzia, distrutta la benedetta ignoranza!

In un istante ebbi l’intuizione confusa, ma profonda, della vita e delle sue più terribili fatalità.

Uscii dalla soffitta e chiusi l’uscio. Mi pareva di essere forte e tranquilla. Ma tutto a un tratto la mia sicurezza si franse; mi sentii vacillare e m’abbandonai sull’alto della scala nel sole che veniva dal lucernario.

Piansi lungamente pensando al mio babbo e alla mia mamma come se fossero morti allora; e pensando a me stessa come a una creatura cara e perduta da gran tempo, che ritrovavo e riconoscevo nella più profonda miseria.