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nell’ingranaggio 87

a chi che sia. Per questo io dico, anche se fanno un po’ di commedia, niente buffoni, ma giudiziosi e intelligenti: è un’ottima madre la Clelia, in tutte le maniere! Se fossero stati tanto Sciocchi da mettere la verità in piazza, la società li avrebbe messi al bando forse, o almeno, certo, non li accoglierebbe come li accoglie. E tu, che ora ragioni diversamente, perchè forse ci hai i tuoi motivi, saresti stato il primo a proibirmi di riceverli!

A queste ultime parole, che implicavano un’allusione diretta, il Banchiere aveva crollate le spalle; nonpertanto un fugace rossore era passato sulla sua fronte.

Dopo un momento di silenzio che egli impiegò a masticare il suo sigaro, brontolò con disinvoltura simulata:

— Io?... figurati!... Tu mi fai torto, mia cara! Io non ti ho mai proibito di ricevere chi ti piace. Non sei tu la regina qui dentro?...

E su questo, preso il pastrano e il cappello, salutò garbatamente dicendo che andava alla banca, dove lo aspettavano.

Un soffio di vento diaccio passò sulle dolci e poetiche visioni dell’amore di Gilda. Rabbrividì tutta. Perchè?

Non avrebbe potuto dirlo con precisione, ma si sentiva il cuore stretto.

Le due donne rimasero sole, con Lea che giuocava in un canto.

Gilda non osava alzare gli occhi. La signora Pianosi, col braccio appoggiato alla tavola, il mento nella mano, pensava, guardandola fisso.

— Gilda — disse finalmente, con voce profonda — voi vedete in me una donna molto infelice.