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nell’ingranaggio 75


ma spontaneamente, senza premeditazione, anzi con sua propria sorpresa; poi era arrivato perfino a questo: aveva sognato come uno scolaretto e si era sentito intimamente felice perchè ella gli aveva sorriso, o gli aveva stretto la mano con inconsueta cordialità.

Ma quella sera tutto aveva contribuito a trascinarlo verso una brusca risoluzione.

Era tornato da Milano col desiderio intenso di vederla: pregustava la dolcezza del momento in cui ella gli sarebbe andata incontro con Lea, e i loro occhi si sarebbero fissati lungamente in uno sguardo pieno di promesse. Invece Gilda non si era lasciata vedere nè prima, nè poi.

Questo lo aveva esasperato. Gli era parsa una volgare civetteria, degna veramente di una maestrina.

Dalla cameriera aveva saputo che era stata fuori quasi tutto il giorno, che pareva agitata c accusava un forte mal di testa, il quale però non le impediva di stare alzata e di leggere.

Allora gli era venuto un pensiero stupido, di quelli che si danno per furbi. Quella ragazza, si era detto, non può essere tanto ingenua. Nell’ambiente in cui è nata, si usa parlare liberamente.

È bella, ardita, inclinata al lusso ed alla eleganza, chi sa! forse è impaziente di sfruttare la mia simpatia!

Mi ha mostrato che non le dispiaccio.

Forse le mie lungaggini la seccano e mi tiene il broncio: forse è un tacito invito, di cui bisogna ch’io approfitti.

Tuttavia, al momento di accingersi all’impresa, questi sofismi lo avevano già abbandonato.