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varie signore, fra le quali donna Violante Vimercati che aveva accompagnato una nipotina, la figliuola del commendatore Bardaniti che aveva due bimbi, la contessa Ceriani, la baronessa Tombini, una ebrea ricchissima e brutta, donna Maria Bordigheri, la contessa Costantini, la Valmarana ed altre donne patrizie, che si erano messe a frequentare la casa, dacchè Giovanni era deputato, si alzò sorridendo ai bambini e andò al pianoforte.

— Preparatevi, disse, arriva l’orchestra.

Alcune bambine, già impazienti di incominciare si slanciarono nel valzer. Ma i cavalieretti protestarono subito: non bisognava fare come a casa, questo era un ballo vero, come quelli dei grandi: bisognava ballare come loro!

Ed esse si lasciavano persuadere, come era loro destino per sempre, meno alcune proterve o precocemente civette. Il ballo fu presto animatissimo, chè tutti volevano seguire l’esempio dei primi; e la sala fu piena di una confusione adorabile. I grandicelli si arrabbiavano di quando in quando perchè, sul più bello, i piccini capitavano loro fra piedi, ballando di traverso e fuori di tempo: ma i piccini sostenevano audacemente il loro diritto, e appena li avevano fatti stare un poco da parte, tornavano a slanciarsi con nuovo vigore nel vortice. Di tratto in tratto una coppia andava a gambe all’aria, e allegre risate scrosciavano: le mammine accorrevano. Ma, nulla di male: il tappeto era morbido; i caduti si rialzavano e si rimettevano a sgambettare con più coraggio. Le bianche, le rose, le azzurre s’aggruppavano, s’intrecciavano coi toni più forti o più