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Gilda non rispose perchè non aveva ascoltato, la sua attenzione essendo stata rivolta altrove, ma l’avvocatino senti picchiarsi confidenzialmente sulla spalla. Si voltò di scatto e si vide davanti la faccia larga e ridente di mistress Thionny, una ricca inglese che passava tutti gli anni alcuni mesi sul lago Maggiore.

— Vi ho colto, signorino! vi ho colto in flagrante! — esclamava ridendosela allegramente. — Laggiù vi cercavano — aggiunse con piglio ironico — non sanno dove vi siate cacciato; ma io sapevo dove trovarvi: andate, andate, non vi fate aspettare! Con la signorina ci resto io! — Egli prese la cosa in buonissima parte, ridendo, da uomo di spirito, facendo molti complimenti alla buona Mistress per la sua intelligenza e la sua finezza; poi s’allontanò, maledicendola di tutto cuore, consolandosi però col pensiero che la Gilda era sempre là e che lui poteva ritrovarla quando voleva.

Le due donne rimasero in mezzo ai bambini. Esse si vedevano con piacere. La vecchia inglese aveva preso in simpatia quella giovinetta, così inesperta della vita, scaraventata in una posizione tanto difficile, di cui lei non sospettava nemmeno i pericoli.

Mistress Thionny passava fra i suoi conoscenti per una donna originale; vedova da molti anni e senza figli, aveva viaggiato tutta l’Europa, era stata parecchie volte in America e la sua curiosità l’aveva spinta fino in Asia e sulle coste dell’Africa. Da alcuni anni non lasciava più l’Italia: passava l’inverno a Roma o a Napoli; la bella stagione sul lago Maggiore, in una villetta che