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subito le loro canagliate, s’aggrappano con tutte le loro forze alla legge protettrice della proprietà e non la offendono più: a volte diventano anche benefici e generosi, se questo risponde a un qualche loro istinto, o se accresce lustro al loro nome.

Edvige sapeva che se Paolo fosse riuscito a farsi una posizione distinta e lucrosa con le sue opere musicali, o più tardi con l’avvocatura, non gli sarebbe mai passato per la mente di compromettersi con una azione incriminabile. E siccome si sentiva tagliata nella medesima pasta, sebbene più forte e più fortunata, e inoltre lo aveva amato, per quanto era da lei, non poteva distruggere il sentimento di pietà e di rimpianto ch’egli le ispirava ancora, nè il desiderio di fare qualche cosa perchè egli fosse finalmente soddisfatto. Tanto più che una volta soddisfatto, si teneva certa ch’egli non avrebbe dato più alcun imbarazzo a lei, nè alla sua famiglia.

Ella gli rispose, dunque, che poteva contare sulla sua amicizia, per quanto le sarebbero bastate le forze, perchè era disposta a fare tutto quanto poteva per ajutarlo, senza nuocere a suo marito e a sua figlia. E subito si diede a pensare per mettere insieme il capitale che Anselmi chiedeva. I suoi piccoli risparmi segreti di donna prudente, ch’ella aveva potuto mettere da parte; prima del matrimonio, su i suoi onerari teatrali, dopo, sulla somma mensile che Giovanni destinava alle spese ordinarie della famiglia, non giungevano che a ventimila lire. Ella si rassegnò a sacrificarle. Per il rimanente pensò che avrebbe potuto impegnare una parte de’ suoi brillanti: ma c’era il guajo che le sarebbero occorsi nel carne-