Pagina:Speraz - Nell'ingranaggio.pdf/283


nell’ingranaggio 279

il bis, insensatamente. Ella non voleva presentarsi: quasi non capiva, mentre Clelio Arrisi, eccitato dal suo trionfo e dal sentimento di cui ella aveva dato prova, le diceva le più pazze cose.

Due degli attori che erano in scena la trascinarono fuori, come trasognata. Vedendola così bella, con quel costumino che disegnava le sue forme pure, col viso pallido e lo sguardo pieno della passione e del sentimento che aveva messo nel suo canto, il pubblico si esaltò più di prima.

Rossi, scalmanati, le labbra mosse da un leggero tremito, gli occhi accesi dal desiderio, alcuni uomini stendevano le braccia verso di lei, come se avessero voluto portarsela via, emettendo dei piccoli gridi rauchi.

Il primo dei tre grandi mazzi preparati, comparve sul palcoscenico.

Gilda dovette presentarsi ancora una volta alla ribalta, per ringraziare i donatori. In realtà, ella non faceva che lasciarsi condurre dai suoi due colleghi, e quella sua aria smarrita, quella commozione delicata, ch’ella non riesciva a sormontare, la facevano apparire sempre più bella e desiderabile agli uomini.

In compenso ella disse abbastanza male tutta la sua parte in prosa. Si vergognava, era confusa, imbarazzatissima delle sue mani, senza brio, e sbagliava la pronuncia genovese.

Ma il pubblico l’ammirava ugualmente: oramai era montato, e qualunque cosa avesse detto o fatto, per quella sera, la avrebbe ammirata lo stesso.

Il notturnino cantato a due voci con Girotti, la rimise a posto. Ancora una volta ella si abban-