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nell’ingranaggio 23


chiedergli dei pareri, sul grande stabilimento industriale, cui egli aveva affidato notoriamente mezzo milione la settimana scorsa, rialzando così di punto in bianco il suo credito. Il Banchiere che aveva provocato la intervista e desiderava ardentemente quella réclame, si espandeva molto su certi punti, mantenendo su certi altri una dignitosa riserva, che non isfuggiva al giornalista, il quale l’interpretava chiaramente: su questi punti egli non vuole ch’io parli: perchè? ci sarebbe cantina sotto?

Fra i corteggiatori più insistenti della padrona di casa, l’istitutrice ne aveva notati tre fin dalle prime settimane.

Erano tutti al loro posto anche quella sera. Il primo per meriti personali e importanza politica, l’onorevole Adriani, deputato, poeta e drammaturgo brillante, doveva aver già varcata la curva ascendente nelle buone grazie della signora. Dopo averlo tasteggiato abilmente, s’era forse accorta ch’egli non voleva lasciarsi dominare, e poiché lei neppure voleva essere dominata, lo aveva fatto passare abilmente nella schiera degli ornamenti da salotto, nè più nè meno. Egli s’incorniciava bene nel suo salotto, e la fama che lo rendeva celebre metteva un vivo splendore nella sua aureola di donna intelligente: perciò finché le sue tendenze politiche non lo rendevano incompatibile con altri pezzi d’ornamento, gli prodigava un sufficiente numero di gentilezze.

Quella sera, forse per essere più libera, lo aveva raccomandato alle cure amichevoli della prima donna, la quale eseguiva la sua parte con grazia amabile, e pareva soddisfatta d’averlo ai fianchi.