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Insieme a Girotti erano venuti anche gli altri comici: Gardini, piccolotto, grigio, bravo attore; Durante, alto, sparuto; Milesi, il celebre Piccaluga del Barchett de Boffalora; la Giannelli, atticciata, bianca, sempre allegra, chiassona, coi suoi piccoli occhi chiarissimi, spalancati e lustri; la bella Delfinoni, elegante, preziosa; il giovine Cimino, tutto attillato, uscito allora allora dal parrucchiere, profumato, inappuntabile, con una discreta posa di bel giovine, il sospiro e lo spasimo delle attrici disoccupate.

Tutti si misero al posto per la prima scena del Milanes in mar.

Villa del Ferro avea affidata a Gilda la parte di Balilla, un giovinetto marinaro genovese, che deve parlare nel suo dialetto e cantare in italiano.

Gilda aveva una vocina di mezzo soprano, piacevole di timbro e sufficientemente forte per un teatrino così piccolo.

Alla scuola normale era sempre quella che guidava i cori.

La musica le piaceva; non mancava di un certo buon gusto; per tutto ciò, le esigenze del repertorio milanese essendo del resto così limitate, ella poteva trarsi d’impaccio abbastanza bene.

Nonostante, in quel momento, ella si sentì presa da una grande timidezza. Più che il canto, però, la spaventava quello che doveva recitare, per di più in dialetto genovese.

Ma Girotti le faceva coraggio.

Egli conosceva bene quel dialetto: le avrebbe insegnato la pronuncia, l’accento; d’altronde si trattava di così poche frasi!

Villa del Ferro disse: