Pagina:Speraz - Nell'ingranaggio.pdf/246

242 nell’ingranaggio

creditori non avevano che a pazientare, sarebbero stati pagati fino a un centesimo; se poi non volevano, facessero a modo loro, si rivolgessero al Tribunale: ma, da buon amico, da leale soldato, egli poteva dar loro un consiglio: risparmiassero le spese, avessero fiducia in lui e facessero voti perchè questo infame Governo si decidesse una buona volta a fare un atto di giustizia. Se avevano qualche influenza, qualche buona conoscenza alla Camera, si raccomandassero caldamente perchè la soluzione venisse affrettata.

Intontiti, confusi da tutti questi discorsi, dai documenti e dai giornali, che il capitano squadernava sotto ai loro nasi, i più non sapevano che rispondere e si allontanavano brontolando... contro il Governo. Ma qualche volta la perorazione durava a lungo, il creditore voleva assolutamente! suoi soldi, minacciava uno scandalo, gridava: allora Gilda doveva ammirare l’abilità del vecchio infermo che lasciava passare la sfuriata, tranquillo, senza scomporsi, e finiva col rimandare quell’ostinato con poche parole secche.

Intanto i giorni passavano e Giovanni scriveva regolarmente delle buone lettere piene d’affetto che riconfortavano la futura attrice, nella tristezza di quell’aspettativa. Ma la vecchia Farinola e le sue dozzinanti erano molto curiose di conoscere il misterioso padrone di quel domestico in livrea, che arrivava così puntualmente tutte le sere.

Un giorno Gilda fu alquanto sorpresa di ricevere la visita di suo padre. Era in blusa da operaio, e ebbe il tatto di domandare la signorina Gilda Mauri, come se non l’avesse conosciuta. Entrando le fece cenno di tacere. Poi quando furono