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nell’ingranaggio 225

complicate. E pensando ho capito che tu non puoi separarti da... tua moglie. Almeno non lo puoi adesso.

— .... Ah! perchè non l’ho fatto subito, quando ho saputo?... È questo il mio torto!

— .... Non disperarti, non essere crudele con te. Se non lo hai fatto, vuol dire che non potevi nemmeno allora. Ora perdi di vista le circostanze. Non era forse giusto che tu pensassi prima di tutto a salvare il tuo onore, la tua casa, il nome e l’avvenire di tua figlia, gl’interessi di quelli che ti avevano affidato il loro patrimonio o tutto o parte? Non è stata una bella azione?... La coscenza ti dice di sì. Non puoi nemmeno rimproverarti di non avere pensato a me. Ero andata via senza dirti nulla: potevi credere ch’io non volessi amarti. Ma anche se fossimo stati legati come adesso, potevi essere trascinato egualmente a fare quello che hai fatto, a contenerti come ti sei contenuto. Per fare altrimenti bisognava che tu non fossi un banchiere, a capo di tanti affari, di tanta responsabilità, con tanto bisogno di mantenere il tuo credito; bisognava che tu non fossi padre, o che Lea non fosse la figlia di quella donna; oppure bisognava che tu fossi stato innamorato pazzo di tua moglie e che la gelosia ti avesse tolto il lume degli occhi... In tal caso, invece di pensare seriamente a salvare le apparenze e l’onore e il credito della tua casa, ti saresti vendicato con furore... Ma io non sarei niente meno infelice di adesso, anzi...

E gli sorrideva dolcemente, sperando che le sarebbe riuscito di farlo sorridere e di distrarlo.