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— Sono le quattro e mezzo — disse — fino alle sette, non si moverà certo: io sarò qui. Intanto, ella può riposarsi. Darò ordine alla Sabina di lasciarla tranquilla, e di lasciarla qui. In mezzo alle sue stranezze, la Sabina è una buona donna, ci si può fidare. Marco avrà l’ordine di venirmi a chiamare se succedono novità allarmanti. Quanto alla signora, spero che avrà il tatto di non muoversi... E ora: buon riposo!

— Grazie, Dottore — disse Gilda commossa, — ma per questa volta non me lo ordini: è impossibile ch’io mi metta a dormire adesso. D’altronde, lei non mi da il buon esempio, lei che avrebbe tanto bisogno di stare in casa e di riposarsi!

Il dottore sorrise, di quel suo riso benevolo, che confortava il cuore dei suoi clienti:

— Quand’è così — disse — faccia quello che farei io al suo posto; si metta a sedere su quella poltroncina, là accanto a lui, e lo guardi sempre, guarirà più presto. Lo dico sul serio. I malati che si custodiscono con tanto amore, raramente muoiono.

E il bravo medico si allontanò a piccoli passi affrettati, perchè oramai non poteva contare che sopra due ore di riposo, dopo di che lo aspettava una intiera giornata di lavoro.

Gilda rimase sola al capezzale del suo Giovanni.

XII.

Milano era nel suo momento più insopportabile. Le famiglie signorili e molte di quelle semplicemente agiate erano andate via o si preparavano