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nell’ingranaggio 181


— Io, sì, — replicò la Sabina; — me ne vado perchè non voglio aspettare che mi mandino via.

— Chi la manda via? La... signora Edvige?...

— E anche il signor Giovanni! — replicò la Sabina pestando il pavimento. — Le pare impossibile, eh? dopo tanti anni che servo in questa casa. Oh, del resto non voglio dire che mi abbiano a mettere sur una strada! mi faranno certamente una discreta posizione: hanno sempre costumato così in casa Pianosi. Ma io voglio essere la prima a dire che me ne vado. Ne ho anche abbastanza di quello che ho visto.

— Ma se invece il signor Giovanni non pensasse a mandarla via?...

— Ragazza! — esclamò la Sabina guardandola in aria di compassione. — se non ci pensa adesso, ci penserà poi; quando avrà fatto la pace con la sua moglie!

Gilda si scosse tutta. Ma la cameriera crollo le spalle e continuò: — Se non si separano, faranno certo la pace un giorno o l’altro; che vuole che facciano?... E quando si saranno messi d’accordo come vuole che non mi mandino via, me, che so tutto? che ho detto tutto al padrone? È vero che lui ha cercato di salvare le apparenze dicendomi che ero male informata, che non c’era sotto nulla di quello ch’io credevo: che la chiave famosa l’aveva procurata proprio lui alla signora Edvige perchè sorvegliasse l’Avvocato, lei, che poteva farlo con tanta comodità e senza dar sospetti, tutte le volte che si recava alla sua società di beneficenza; che del resto, l’Avvocato aveva notoriamente un altro appartamento, dove riceveva le sue amanti, e che quello in via dei Tre Alberghi