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Giovanni fece un lieve inchino e tentò di sorridere.

Il Commendatore volse abilmente il discorso su alcuni affari della Banca Pianosi e Comp., e fece alcune interrogazioni, a cui Giovanni potè rispondere con minor riserbo.

Poi la loro conversazione cadde naturalmente sui nuovi progetti governativi riguardo alle strade ferrate: e il Commendatore disse che era un buon momento quello per la Banca, che bisognava approfittarne e che pure lo stabilimento di Como si sarebbe rialzato con nuove e grandiose commissioni; e infine, lasciò intendere che Giovanni avrebbe fatto bene a presentarsi come candidato nel collegio di Arona, che il Governo lo avrebbe appoggiato.

Intanto le dame e i gentiluomini prendevano congedo dalla padrona di casa, e inviavano i loro saluti al Banchiere, che fu così obbligato a interrompere il dialogo interessante. Le sale si vuotavano rapidamente; si sentiva il rumore delle vetture che partivano in fretta.

L’ora del pranzo imminente cacciava i più ostinati conversatori.

I domestici avevano portati i lumi, perchè cominciava a far notte; improvvisamente, un ultimo raggio purpureo tinse le vetrate dei balconi e investì tutto l’ambiente con la sua luce infuocata.

Nel contrasto delle due luci tutte quelle persone che si muovevano e discorrevano con animazione, scambiando saluti e strette di mano, in quelle sale ricche, dalle pareti scintillanti di specchi e di dorature fra le tappezzerie dei mobili moderni dai toni tenui, e quelle gialle del salotto