Pagina:Speraz - Nell'ingranaggio.pdf/153


nell’ingranaggio 149


Rimase ancora un istante immobile davanti all’uscio, come se avesse voluto assaporare quella soddisfazione dell’amor proprio, che forse era una ironia del destino, ma di cui egli non vide al primo momento, altro che il lato buono.

Bastò che il suo sguardo giungesse in fondo all’altro salotto, perchè questa gioja gli fosse amareggiata.

Di fronte a lui, in un doppio circolo di signore e cavalieri, troneggiava Edvige, bellissima nel sapiente costume che si era scelta, trionfante, ringiovanita.

Egli la fissò un solo istante: ma questo istante bastò perchè la tempesta si scatenasse nell’animo suo. Il primo sentimento fu di stupore, come se non avesse saputo ch’ella era là; il secondo fu un impeto violento di collera.

Da lontano il fatto brutale gli si annebbiava nella mente e la immaginazione rifuggiva dal contemplarlo; ora esso gli appariva in tutta la sua crudezza: la donna che lo aveva oltraggiato impunemente per tanto tempo era ancora là, in casa sua, portava il suo nome, e riceveva con pieno diritto una larga parte delle dimostrazioni di stima e di affetto che gli uomini onesti, i suoi amici, facevano a lui.

Perchè tollerava una mostruosità simile? Perchè non l’aveva ancora scacciata?... O meglio schiacciata, come un insetto?...

Il sangue gli sali al cervello, non vide che lei, la sua sfacciataggine trionfante!...

Fece un passo avanti, alzando istintivamente il bastoncino che aveva in mano.

L’uscio si spalancò. Trenta voci, quaranta, pro-