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nell’ingranaggio 129

grave, poco meno della morte, perchè quantunque si vedesse ancora bella, sapeva che la fine della sua giovinezza era vicina, tanto più vicina se le veniva tolta quell’aureola di lusso e d’eleganza che nasconde così bene gli anni. E che avrebbe tatto nella solitudine, nella oscurità, nella mezza povertà, forse nella miseria, durante gli altri trenta o quarant’anni di vita, che la sua robustezza fisica le prometteva?

E Lea?... certamente egli avrebbe voluto tenerla con sè, e darle un’altra madre.

No! mai, mai; questo non era possibile. Ella non voleva il divorzio. Piuttosto qualunque cosa.

Ma la ragazza ch’ella si trovava accanto poteva forse giovarle. L’inclinazione che Giovanni aveva provato per lei, poteva essere sopita, ma non distrutta. Per un momento ella aveva avuto paura di quella inclinazione; ora poteva essere la sua provvidenza; ora, cioè, nella nuova fase delle loro relazioni matrimoniali.

Eliminato l’amore, ella sperava di poter contare sopra ausiliari più solidi: il vincolo della famiglia, un reciproco tornaconto e le convenienze sociali.

Non erano forse questi i sostegni più validi di tutti i matrimoni?

Ella calunniava forse molte persone per giustificare sè stessa; a ogni modo il giudizio era il resultato delle sue personali esperienze.

Bisognava che Giovanni accettasse questa maniera di vedere e si persuadesse della utilità di vivere unito a lei, come nel passato. Ciò non doveva esser difficile, dal momento che lui pure odiava gli scandali, odiava le scene violente, e