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vi prego! diceva alle loro spalle una bella voce vellutata che subito riconobbero.

Si voltarono tutti e due a un colpo e si trovarono di fronte la signora Pianosi, la quale stendeva le belle mani alla giovine istitutrice, con un farino tanto gentile e cordiale, che l’occhio più scrutatore non avrebbe potuto dubitare della sua tenerezza, nè della serenità del suo spirito.

La conversazione fu subito avviata.

La signora era tanto felice di quella combinazione, e non aveva voluto perderla. Lei aveva sempre amata la sua cara Mauri; e la povera Lea la desiderava tutti i giorni. Doveva andarla a trovare, presto; avrebbe fatto un vero favore a tutta la famiglia.

Ma interrompendosi improvvisamente, senza cambiar tono, nè viso, si voltò verso l’avvocato Anselmi che era rimasto un po’ intontito, e rapidamente gli disse:

— È un’ora che vi cerco. Ascoltate, ma non fate alcun gesto; hanno fatto una perquisizione a casa vostra, e vi aspettano; siete egualmente aspettato al club e alla banca. Giovanni ha scoperte tutto... Intendete? Tutto! Ma, per ora, credo non voglia occuparsi altro che degli affari della banca e dello stabilimento di Como; di quel tanto per cui voi potete avere intaccato il codice penale... Ho paura che siate molto compromesso. Perciò non vi resta che partire subito. Fatevi portare alla stazione dal brougham che aspetta là, sulla porta di quella casa. Nella carozza troverete una valigetta con alcuni oggetti e un portafogli discretamente provvisto per le prime spese. E ora basta. Addio.