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98 nell’ingranaggio

lontano quel fastidio dalla ragazza, le pareva una fortuna.

Quando se la vide arrivare a casa tutto a un tratto, con le sue valigie; il viso pallido e pieno di tristezza; rimase muta per lo spavento, mentre le gambe le si piegavano e le pareva di cadere. Che cosa poteva mai avere fatto perchè la cacciassero così? Che cosa le era accaduto?

Questo pensava nel suo silenzio, vedendo l’aria stanca con cui la ragazza si abbandonò sulla prima sedia.

— Ti senti male? domandò finalmente.

Gilda accennò di no col capo.

Con uno sforzo sovrumano chiamò un sorriso sulle sue labbra contratte. Non era nulla; non credesse già che l’avessero cacciata!

Era venuta via lei di sua volontà, perchè le ragazze povere in casa dei signori ci stanno troppo male; del resto poteva mostrare una prova della verità: la signora le aveva rilasciato un attestato molto lusinghiero! E squadernò sotto gli occhiali della vecchia un largo foglio timbrato col timbro del Banchiere, che Edvige le aveva fatto portare in camera sua, mentre stava preparandosi alla partenza, insieme a un rotoletto di monete d’oro. Era in piena regola.

E sorrideva con quel suo sorriso forzato, e parlava con quella voce arida e rotta, che rivela Io sforzo e la sofferenza.

Caterina Mauri, che aveva vissuto la vita monotona e oscura delle operaje brutte, guardava con dolorosa meraviglia, la bella giovine signora, nella quale doveva riconoscere sua nipote, parlare con quel suo fare languido e stanco, mentre