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sione, durante i quali Limonta si trovò sulla soglia di un salottino: stava per entrare, allorchè il suono di una voce lo arrestò. Si era pronunciato il suo nome. Il suo eterno sospetto gli suggerì di ascoltare rimanendo celato dietro ad una piccola palma piantata in un largo vaso.

Erano sei o sette persone che discorrevano con animazione. Dal suo posto, l’avvocato non poteva vederle, ma udiva benissimo. Dopo quella che aveva pronunciato il suo nome, un’altra voce disse:

— Prendetevela come volete, per me è un assassino; e non lo riceverei in casa mia per nulla al mondo.

Quella che parlava così era Alice Brugel, la sua nemica.

Egli restò un istante senza respiro e si attaccò allo stipite sentendosi mancare. La prima palla di cannone che passa fischiando sopra il suo capo, al principio della battaglia, non cagiona certo alla sentinella morta, che l’aspetta, una sensazione più terribile.