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soltanto le appassionate giunte al declivio della giovinezza e disperatamente attaccate alle loro chimere: le giovanissime, le fanciulle stesse festeggiavano l’avvocato uccisore della moglie. Ve n’erano tre a quel pranzo: Giulietta, la figliola dei signori Ugoletti, e due sue amiche d’infanzia; e tutte e tre sorridevano beatamente e avevano serrata la mano macchiata di sangue, senza ripugnanza alcuna. Soltanto una, Giulietta, la più nervosa, aveva provato un piccolo brivido, quasi piacevole, di misterioso terrore. Tutte intorno ai vent’anni, vivaci, curiose, disoccupate, stanche di fare e rifare il sogno dell’avvenire; come non avrebbero provato un interesse ingenuamente romantico per quell’uomo che, ai loro occhi avidi, rappresentava un romanzo vivente, uno di quei romanzi realisti, pieni di rivelazioni interessanti sul più interessante dei misteri — romanzi che le fanciulle di buona famiglia non devono leggere, o fingere di non aver letto!