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bel sole d’ottobre che non è più cocente come in estate, non è ancora pallido e fosco come nel novembre, ed ha in sè tutto l’incanto della bellezza giovanile, misto al fascino acre e misterioso degli ultimi piaceri.

La tensione delle sue fibre si rammollì: quella cameretta così serena aveva come un profumo di speranza; non pareva mai la camera abbandonata di un morto.

Ma quando pensò che lui, quel bel sole, non lo vedeva più; quando vide il ritratto suo, ch’egli teneva a capo del letto, ornato ancora di rose appassite, e pensò che nessun fiore avrebbe rallegrato la sua tomba deserta e ignota in paese lontano, ella sentì tutta la crudele ironia di quel contrasto, e i singhiozzi uscirono prepotenti dal suo petto oppresso; le lagrime sgorgarono abbondanti come la prima sera dai suoi occhi già stanchi dal lungo piangere.

Voleva vedere da vicino, baciare tutti gli oggetti che lo avevano occupato negli ultimi giorni prima della sua partenza: inebbriarsi di quelle memorie, imprimerle dentro al suo cuore.

Sul tavolino stava un libro nuovo, appena cominciato; una pagina piegata indicava il punto dove