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pratica, così nemico a ogni idea di libertà, a ogni principio d’eguaglianza, era quasi rivoluzionario in scienza e in letteratura.

Il cappellano era un commensale quasi giornaliero della sua tavola, ascoltava tutte le domeniche la messa in mezzo ai suoi famigli e coloni, tra la famiglia legittima e quella illegitima, ma egli non credeva in Dio. Senonchè, questa incredulità naturale secondo lui al cervello dell’uomo superiore, gli sarebbe sembrata un’enormità, se qualcuno l’avesse tradotta in atto davanti agl’inferiori. E in ciò somigliava a molti, anche del nostro tempo, e precorreva certe dottrine opportunamente ipocrite.

Emilia, dopo averlo osservato bene, confessò a sè stessa che non lo poteva soffrire. A quell’età giudizi sono così assoluti! Ma l’antipatia che sentiva per il nonno non diminuiva menomamente l’amore postumo per il nipote.

Fra le sue cuginette ce n’era una, la piò piccola che, somigliava molto al fratello. Questa bimba divenne la prediletta di Emilia: si chiamava Ida e non aveva più di undici anni, ma vivace e intelligente, sebbene poco educata: se la teneva sempre vicina come una consolazione.

La vita di queste cinque ragazze in quella casa