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— Salvo la tua volontà, caro fratello, io crederei proprio che sia giunto il momento, prima che gli anni ci assalgano.

— Per Iddio! esclamava il fratello maggiore, vorresti dire che non siamo più giovani?

— Che il cielo me ne guardi, fratello diletto; ma il nostro erede non deve essere il figlio della nostra vecchiaia, e sopra tutto, deve essere nostro.

— Ho capito. È logico: hai ragione. Dunque a chi di noi il prender moglie?... Poichè, tu comprenderai al pari di me, che non tutti e due dobbiamo farlo.

— Sono perfettamente della tua opinione, rispose il fratello che non aveva studiato: ora che ci hanno levati i feudi, ci occorre la più occulata prudenza per deludere il rigore della legge. Ma tu sei il maggiore, a te tocca decidere; che se a te piacesse di più restar libero, dillo, affinchè provegga io in tempo al decoro della famiglia. Questo era lo scopo delle mie parole.

Quegli che fu poi il conte nonno, guardò da capo a piedi il suo fratello minore; e, dopo un momento di pausa:

— Ci penserò io, disse.

L’altro chinò la fronte, e cercò di sfuggire allo