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la vasca: credè riconoscere i contorni e le vesti della Teresina; ma dubitava ancora.

Un momento dopo tutto ricadde nella medesima oscurità.

Nonostante, fosse illusione o realtà, quella figura prostrata, stanca, oppressa dal dolore, l’aveva colpita. Non riesciva a staccarne il pensiero; non poteva fare a meno di raffigurarsela sotto le sembianze della filatrice.

Quella giovane di vent’anni appena e di già madre d’una creaturina di quattro, le pareva un essere fantastico, straziante e adorabile a un tempo; sempre mesta, sempre sola, ella non accompagnava i canti delle altre, non prendeva parte alle danze: lavorava indefessamente poichè doveva lavorare per due, e non un lamento usciva dalle sue labbra. Chi era l’infame che l’aveva tradita bambina ancora?

E quell’Angiolina tanto cara! Vi erano dunqne uomini, capaci di abbandonare una creatura simile? Ah! cos’era dunque questo terribile sentimento che chiamavano amore?

Cosa poteva essere un sentimento che non s’era destato nel suo cuore mentre Cesare era accanto a lei, e la tormentava adesso con tutte le smanie atroci del rimorso?