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Emilia sorrise.
— È proprio un bel giovane, quel Gianni, continuò il vecchio, s’io fossi donna lo preferirei a molti signori.
— Lo sposeresti? domandò Emilia.
— Ah, che bisogno c’è di sposare?... Sai cos’ha detto di te?
— Chi?
— Gianni, oh bella!
— Che può dire di me, lui?
— Oh come sei superba. Non sai che la bellezza è la prima aristocrazia?
— E sia pure, a me non m’importa.
— Insomma quel povero ragazzo ha detto che andrebbe volentieri all’inferno per tutta l’eternità, solo che tu gli volessi bene un’ora. Gran fortuna esser donne giovani e belle! Se rinascessi....
Il vecchio rideva. Emilia gli volse le spalle e uscì dalla sala.
Il signor Arturo arrivò di buonissimo umore. Aveva molte novità da raccontare, e una fra l’altre, non lieta a dir vero, ma che gli faceva, forse senza saperlo un vivissimo piacere.
Diciamolo franco: era una cattiva nuova.
Gli amici influenti ai quali la signora Ottavia,