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la piccina. Ma questa che dopo le prime ritrosie si mostrò subito amica, disse quasi in atto di protesta:

— La mamma!

— Mamma! ma è impossibile! dimmi Teresina, non è mica tua figlia?

Teresina chinò la fronte; un vivo rossore le si sparse sul viso e sul collo, e non ebbe fiato di rispondere,

— Mamma mia! Cara mamma mia! andava ripetendo la bimba stringendola ai ginocchi, quasi avesse avuto coscienza di quell’imbarazzo e di quel rossore di cui era la cagione innocente, e avesse voluto risarcire la sua povera mamma colle sue carezzine.

Emilia capì; restò un momento sospesa e cambiò discorso.

Da quel giorno mamma e figliuola furono lo sue protette. La piccola Angiolina rimaneva quasi tutti i giorni a desinare con lei e la voleva sempre vicina.

Le insegnava a leggere e a far di maglia, e nelle ore di svago le cuciva un bel corredino.

Si sentiva felice di questo nuovo sentimento. Il suo cuore pauroso dell’amore s’apriva alle dolci estasi dell’affetto materno.