Pagina:Speraz - Cesare, L'ultima notte, Autunno.pdf/39


— 35 —

ma perchè fra le giovani operaie ve n’erano spesso di gentili. Venivano tutte dal vicino Friuli, e ella amava il loro accento più italiano, i canti e il costume. Facevano un vivo contrasto colle contadine della tenuta, le schiave, serie, chiuse in sè, e poco amanti del canto e dei lieti trattenimenti.

In mezzo alle vecchie conoscenze che le si fecero subito incontro, essa notò alcune delle nuove, tra le quali una bellissima fanciulla di vent’anni, brunetta e pallida che la guardava con affettuosa ammirazione.

Emilia s’avvicinò a lei, tocca dalla sua aria modesta e melanconica, e attirata da quel visino simpatico.

— Come ti chiami? le domandò dolcemente.,

— Teresina, rispose l’altra; sono di Cividale.

— È la prima volta ehe vieni in Istria?

— No, signora, rispose la ragazza esitando.

Emilia stava per farle qualche altra domanda che rendesse più scorrevole la conversazione, allorchè una bimba di quattro anni, bella come un amore, sgusciò fuori da un bugigatolo e corse presso la giovane operaia, nascondendo il capino biondo e ricciuto nel suo largo grembiale.

— Tua sorella? domandò Emilia chinandosi verso