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— Domani parto! disse a suo figlio in aria di minaccia.

Questi fece alcune obbiezioni di complimento, poi finse di rassegnarsi alla sua volontá. In fondo era beato, che finalmente poteva rimanere in piena libertá con la sua Bianca, le cui buone disposizioni a suo riguardo gli parevano oramai incontrastabili. Accompagnò, la mamma fino all’uscio della sala, le augurò la buona notte, poi si voltò rapidamente e come sollevato da un peso, corse vicino e sua moglie e la strinse fra le sue braccia.

Ma la vecchia aveva veduto e capito tutto. Quella ritirata era una finta.

Rimase un momento nella sua camera, poi colse un pretesto e tornò in sala, come se cercasse qualche cosa.

Aveva in mano un giornale. E con la voce piú calma e naturale si mise a discorrere col suo figliuolo dei fatti della giornata.

Fatti tristissimi, poichè quell’anno era il 1865 e tutti i giornali parlavano del colèra scoppiato in Ancona.

Luigi veramente trovava che quel momento era il meno opportuno per parlare di codeste malinconie. Tanto, che ci poteva fare, lui, se in Ancona morivano?