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È uno strano paese V Istria. Tanto piccolo e tanto diverso! Quasi ogni villaggio ci ha la sua fisonomia originale. Gli abitanti delle spiagge e delle città sono quasi tutti italiani, ma i contadini dell’interno quasi assolutamente slavi. Qual differenza però anche tra costoro. Qual differenza tra la robusta razza savrina di Castelvenere e di tutti i villaggi montuosi intorno a Trieste, e quei poveri contadini della pianura abbrutiti, girovaghi, che i proprietari chiamano Schiavi. Essi deperiscono di giorno in giorno e certo sono destinati a scomparire assolutamente. Intanto se vogliono farsi intendere sono costretti a parlare in italiano meglio che possono, poiché nessun istriano, persona civile, degna di scendere fino a parlare la loro lingua.

Sulle roccie di Castelvenere si vedono ancora gli anelli di ferro a cui si legavano le barche. Il mare arrivava fino là, una volta; ma chi sà in che tempi remoti. Allora tutta la vallata era sommersa e la montagna era il piano.

La favola narra che Venere andasse un giorno, con la sua conchiglia di madreperla, a visitare quelle spiagge ignorate, in compagnia d’amore. La cronaca racconta invece che una bellissima dama visitasse una volta il castellano che abitava la rocca,