Pagina:Speraz - Cesare, L'ultima notte, Autunno.pdf/254


— 250 —

gabinetto che dava sul giardino. La finestra della stanzetta era spalancata, la luna la illuminava; al primo momento egli non vide nessuno, ma avanzandosi, scorse una forma bianca sul pavimento; abbassi gli occhi e riconobbe sua moglie. Il primo moto fu di spavento; s’accorse però subito che non era morta, e credendo che dormisse voleva scuoterla, allorchè lei s’alzò improvvisamente. Il suo sguardo era torvo, quasi selvaggio, il viso pallido e scarno pareva di marmo al chiaror della luna. Tutti e due si guardarono un momento in silenzio, finalmente lei gli domandò che volesse.

— Vedere come stai, rispose il marito con voce mal sicura.

— Lo avete veduto: ora andate e lasciatemi.

Egli tremava di collera: ma nello stesso tempo l’idea che fosse divenuta pazza non era lontana dal suo spirito. La guardava, ma non osava avvicinarsele.... a un tratto un altro oggetto attirò i suoi sguardi. Lo fissò un momento: poi badando se l’osservava, si chinò e lo raccolse. Bianca guardava in giardino, ma come se un presentimento l’avesse avvertita, si voltò all’improvviso e sembrò cercar qualche cosa affannosamente. Egli la teneva d’occhio.

— Che cosa cercate? le chiese con voce ironica.