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Finalmente aveva voluto allontanarsi per esser più libero: era giovine, bello, festeggiato, circondato da seduzioni, non poteva sopportare la catena della moglie innamorata e gelosa.

Ma ora era stanco di quella vita: aveva avuto qualche disinganno e aveva ripensato a lei, e a lei voleva ritornare. Con l’immaginazione aveva già pregustato le dolcezze di una di quelle accoglienze di donna amante che vuol essere severa e non può, e si lascia vedere tanto più tenera sotto lo sdegno apparente. E invece trovava una vera freddezza, un disprezzo glaciale; e, ciò che lo spaventava di più, tutti i sintomi di una profonda disperazione mal dissimulata. La gelosia lo acciecò: sospettò il peggio e ricorse a mezzi ignobili.

Cominciò dall’interrogare lo genti di casa, ma non rilevò nulla. Carlo ci era venuto sempre spessissimo; alle sue visite dunque non fece caso: non poteva supporre che il seduttore fosse lui.

Era quindi ridotto alle sue induzioni. Passarono così alcuni giorni, nei quali andava tutto spiando e rovistava i mobili. Una notte entrò improvvisamente nell’appartamento di sua moglie. La camera era deserta; allora i suoi sospetti si accrebbero; depose il lume ed entrò a passi sommessi in un