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Bianca gli aveva detto di amarla come una fidanzata ideale, ed egli aveva promesso. In mezzo alle fatiche ed agli studi il suo cuore era rimasto giovane e puro. E d’altra parte ei pensava un po’ come De Musset: quando una donna che ama non si dá interamente, vuol dire che non ama abbastanza o che non si crede abbastanza amata: forzarla sarebbe mancare di tatto e spesso anche di cuore.


Intanto i giorni correvano rapidi.

L’orizzonte era nero, la tempesta che muggiva sopra le loro teste doveva forse scoppiare in breve: ma l’amore che formava la loro felicitá, nessuna tempesta poteva offuscarlo, nessuna forza strapparlo dai loro cuori.

Cosí passò un mese, un mese di felicitá ideale.

Era al principio di primavera: un bel giorno sfolgorante di sole. Mazzi di viole mammole disposti in piccoli vasi adornavano il salottino dove Bianca riceveva il suo amico. Ella indossava un vestitino d’una tinta languida che, armonizzando col biondo d’oro dei suoi capelli, la rendeva piú bella. Le sue forme ricche ed eleganti spiccavano nel giacchettino attilato. L’amore brillava nei suoi