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Il signor Luigi però, s’ebbe ancora qualche soddisfazione prima d’abbandonare questa valle di lagrime. Tra le altre, e certo potentissima, quella di morire con l’intero convincimento che i Napoleonidi avrebbero disfatto quel piccolo regno di Prussia, I cui sovrani osavano trattarla da pari a pari con loro.

Ebbe però un amaro disinganno nel matrimonio della sua pupilla. Le cose non andarono affatto come egli se le era immaginate. Appena giunto al suo scopo il signor Arturo gli voltò le spalle. Sulla separazione dei beni non c’era che ridire, oramai il contratto era fatto; ma, poichè la moglie era sempre minorenne, la tutela toccava di ragione al marito, solo che la domandasse.

E il signor Arturo ebbe l’ingratitudine di domandarla. Il tutore però si vendicò presentando ancora un grosso conto di spese, tra le quali figurava anche la colazione del dì delle nozze, e in oltre chiedendo un lauto compenso per la buona amministrazione della dote di sua nipote, e le cure paterne che le aveva prestate.

Visto che per litigare con lui, che all’occasione sapeva essere avvocato abilissimo nel trovar cavilli, bisognava essere almeno della forza del conte nonno, le parti vennero ad un accomodamento.